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Dow Jones Media sperimenta la blockchain con Brave Browser
Dow Jones Media Group ha stretto una partnership con Brave, browser web incentrato sulla privacy, per esplorare le applicazioni della blockchain per l'editoria digitale.
Dow Jones Media Group ha stretto una partnership con Brave, una startup di browser orientata alla privacy, per sperimentare un sistema di distribuzione di contenuti basato su blockchain, hanno annunciato mercoledì le aziende.
I partner hanno affermato che testeranno la distribuzione dei contenuti utilizzando la piattaforma di Brave basata su blockchain per la pubblicità digitale, su cui le sussidiarie del gruppo Dow Jones Media Barron's e MarketWatch diventeranno anche "editori verificati". La partnership fornirà inoltre agli utenti Brave selezionati, di cui ce ne sono circa 2 milioni, l'accesso ai contenuti premium di Barron's e MarketWatch, secondo uncomunicato stampa.
"Il nostro nuovo modello ricollega utenti ed editori senza compromettere la Privacy", ha affermato Brendan Eich, CEO e co-fondatore di Brave, nella dichiarazione. "Non vediamo l'ora che i nostri utenti possano usufruire Newsletter premium di Barron's e MarketWatch".
Lanciato nel 2015, il browser Brave blocca gli annunci pubblicitari e i tracker di attività, consentendo allo stesso tempo agli utenti di contribuire con microdonazioni inBATai loro editori preferiti. Ha concluso i suoi 35 milioni di dollariICOla primavera scorsa.
L'azienda ha anche rivelato l'anno scorso che aveva in programma di integrare la suddetta piattaforma di pubblicità digitale basata su blockchain, che misura l'attenzione degli utenti e premia proporzionalmente gli editori. Brave non ha ancora lanciato la piattaforma.
Daniel Bernard, vicepresidente senior di Barron's, ha commentato nella dichiarazione:
"Come editori digitali globali, crediamo che sia importante esplorare continuamente tecnologie nuove ed emergenti che possano essere utilizzate per creare esperienze di qualità per i clienti."
La partnership di Brave con Dow Jones Media Group segna un distacco significativo dalla sua prima accoglienza da parte delle aziende di media. In2016, 17 membri della Newspaper Association of America hanno inviato una lettera di diffida all'azienda, sostenendo che il suo browser era illegale.
Tra gli editori che ora accettano BAT ci sono il Washington Post, il Guardian e Vice.
Browser Brave sul telefonoimmaginetramite Shutterstock